Per Reuven Feuerstein la mediazione ha un ruolo centrale nello sviluppo del bambino: il mediatore infatti è colui che funge da intermediario tra la complessità degli stimoli del mondo dell'individuo e l'individuo stesso. Egli fa sì che gli stimoli diventino conoscenze, dando la possibilità di imparare a raccogliere e organizzare le informazioni e diventare poi sempre più autonomo per adattarsi con flessibilità alle situazioni nuove.
Ciò che contraddistingue il pensiero dello studioso israeliano è la convinzione che lintelligenza non sia fissa e immodificabile, bensì una struttura plastica e modificabile. L'intelligenza è espressa dalla propensione al cambiamento, la capacità dell'organismo di modificare le proprie strutture mentali per assicurare un migliore adattamento agli stimoli cui l'organismo è esposto.
Pilastri del pensiero di Feuerstein sono la Modificabilità Cognitiva Strutturale (MCS) e l'Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM).
MODIFICABILITÀ COGNITIVA STRUTTURALE
La teoria della MCS considera ogni essere umano come un sistema aperto ai cambiamenti e dunque potenzialmente modificabile a prescindere dall'età, dalla cultura e dalla natura dei deficit che può presentare. La MCS, a differenza del semplice cambiamento, consente variazioni sostanziali e durature determinando modalità stabili di funzionamento cognitivo.
L'intelligenza è quindi intesa come capacità di modificarsi, come facoltà adattativa per far fronte a situazioni nuove e più complesse, sia sul piano cognitivo che emotivo e motivazionale.
ESPERIENZA DI APPRENDIMENTO MEDIATO
L'EAM ha luogo nel momento in cui, tra gli stimoli esterni e l'organismo, si interpone un mediatore che seleziona e organizza gli stimoli stessi, regolandone qualità, intensità e durata. Inoltre, secondo Feuerstein, l'EAM determina la plasticità e flessibilità dell'individuo: attraverso l'EAM il soggetto diventa consapevole dei propri processi cognitivi e capace quindi di elaborare in modo autonomo i dati dell'esperienza.